" I Due Campanili ": la nostra storia

L’Associazione Culturale Ricreativa Sportiva “I Due Campanili” di Gaio – Baseglia (le due frazioni a Nord del capoluogo Spilimbergo, site lungo la strada provinciale della Val d’Arzino, tra il Cosa e il Tagliamento) nasce il 29 gennaio 1978 al Ristorante Al Giardino di Gaio, con l’approvazione dello statuto da parte della prima assemblea dei soci, che era stata preceduta da un lavoro di alcuni mesi da parte di un Comitato promotore, i cui membri, autotassatisi per acquistare le prime tessere, avevano raccolto le adesioni tra la popolazione e preparato la bozza dello statuto.

Era il dopo terremoto, periodo storico in cui parole come solidarietà e comunità avevano ancora un significato. Trent’anni fa era inoltre sentita ancora l’esigenza di unire con un legame più forte i due paesi, che in passato sempre avevano amato sottolineare la loro diversità. Il gruppo parte subito bene organizzando prima la sagra i n occasione della ricorrenza del Patrono San Marco (la fiera di San Marco è citata nella ottocentesca Guida di Spilimbergo del Pognici), che già da un paio d’anni era stata riscoperta – dopo anni di oblio - dal Parroco, poi il processo e rogo della vecja ed infine una “festa autunnale”, che vede anche per la partecipazione dello scrittore Alviero Negro e dell’attore Cesare Bovenzi. Bravi ed entusiasti i primi consiglieri guidati dal presidente Giorgio Martina, in carica dal 1978 al 1980, anno del subentro del ventiduenne Maurizio Driol. I primi dieci sono gli anni della compagnia di prosa e delle rappresentazioni teatrali (dal 1981 al 1984) con la regia e i testi dello spilimberghese Attilio Pastorutti (già animatore Primavera della prosa di Spilimbergo negli anni ’50), dei concorsi in friulano per gli alunni delle scuole della zona (in anticipo di 20 anni rispetto all’introduzione del friulano nella scuola), delle sagre nella piazzetta di Gaio.

Nel 1985 l’Associazione dà vita alla prima edizione della festa delle ciliegie nel mese di giugno, in contemporanea con il primo nucleo del Centro Ricreativo Sportivo, finalmente fisso, realizzato nei pressi del greto del Cosa: dopo l’ultima sagra di San Marco in piazza, era infatti iniziata l’avventura (per anni attesa) in un luogo che effettivamente faceva tristezza, con il torrente appena incanalato, senza un albero e senza un filo d’erba. In quel periodo lavorare gratuitamente per il paese era cosa normale, pur non essendo ancora di moda il termine volontariato: e così i volontari, in gran parte consiglieri dell’Associazione, iniziano prima con il livellamento del terreno, durato giornate intere, poi proseguono con la piantumazione degli alberi ed infine con l’inizio dei lavori in muratura, il tutto preceduto dalla lunga trafila per ottenere i permessi per la costruzione, pratica tutt’altro che semplice e veloce. Si rivelano elementi vincenti: lo scopo comune, il gruppo unito attorno al giovane presidente, la competenza da vendere nei lavori manuali (muratura, carpenteria meccanica, idraulica, posa pavimenti ecc.) da parte di consiglieri, collaboratori, pensionati. Negli anni successivi viene gettata la pista polifunzionale per anni usata come campo da tennis (unico manufatto realizzato con contributo pubblico), il chiosco viene raddoppiato e quindi quadruplicato, intonacato, dipinto, ed inaugurato il 29 maggio 1988, festa per il decennale dell’Associazione.

I primi dieci anni sono stati caratterizzati anche dalle attività culturali: la pubblicazione dei libri“Dongja il fogolâr”, “Cjapa su la valîs”, “La vita e l’an”, frutto dei concorsi fra gli alunni, “Gjai e Baselia paîs ingropâs”, catalogo di due mostre di vecchie foto raccolte nelle case dei due paesi, nonché del bel libro “Dieci anni” stampato in occasione del decennale.

Sono gli anni in cui nascono le iniziative che tuttora vengono realizzate: la 1ª gita è del 1979, il 1° Concerto per la festa della Madonna della Salute è del 1980, il 1° San Nicolò è del 1983, anno anche della mostra del maestro Francesco Scodellaro (storica figura di insegnante della Scuola di mosaico di Spilimbergo), il primo Carnevale e le prime conferenze su orto giardino ecc., risalgono al 1981, il primo lunari viene stampato nel 1985.

Sono anche gli anni della partecipazione ai tornei di calcio estivi di Tauriano di Spilimbergo (torneo vinto in una delle edizioni) e Cosa di San Giorgio della Richinvelda, nonché dei campionati giovanili del C.S.I. con le divise nero-arancio.

 

Il secondo decennio dell’associazione è stato decisamente diverso, caratterizzato dalle strutture fisse, che nel 1989 vengono ulteriormente arricchite con il prefabbricato ad uso enoteca e birreria acquistato e smontato a Moggio Udinese e quindi ricomposto. Il 1990 è stato l’anno della costruzione del nuovo palco per le orchestre e dei lavori di sistemazione del terreno a nord della strada che attraversa il Cosa, senza sacrificare i pioppi nostrani che vengono ripiantati in file regolari; nel 1991 viene ultimata la pista per automodelli, fin dall’inizio e tuttora molto frequentata dagli appassionati e una delle pochissime esistenti in Regione: l’impianto negli anni successivi è stato regolarmente migliorato.

Il 1992 è stato l’anno della costruzione dei servizi per il pubblico e del campo di calcetto, mentre il 1994 si caratterizza per il completamento del lavoro di recinzione, dell’installazione delle serrande e dell’illuminazione del campo di calcetto.

Per tutto il secondo decennio l’Associazione ha onorato i suoi impegni, in particolare le feste, sempre più segnate dal successo delle specialità enogastronomiche: gli gnocchi al sugo, le carni alla brace, i calamari, in enoteca stuzzichini e vini del Collio, in birreria pizza e hamburger.

La sagra, pur realizzata in strutture fisse, ha sempre mantenuto la caratteristica di festa di paese con una cucina ben curata da signore abituate a far da mangiare bene in famiglia. Il pubblico è piuttosto fedele negli anni, composto da persone che, purché ci sia un raggio di sole che riscalda l’aria, arriva per pranzare o cenare in compagnia della musica.

Da ricordare, nel secondo decennio, le conferenze di cucina e le iniziative di beneficenza iniziate addirittura con una festa autunnale, poi trasformatasi in Giornata insieme. Fra le iniziative culturali ricordiamo la stampa, nel 1992, del libro “Gaio - Baseglia leggere un ambiente”, una raccolta di cinque studi dedicati ai due paesi.

Altra grande attività avviata nel 1993 è la partecipazione alla sfilata storica della Macia nel Capoluogo, con lo stendardo dipinto dal pittore Plinio Missina e i caratteristici costumi. A differenza degli altri gruppi, che abbondano di nobili, il gruppo preferisce puntare sui popolani e avanti allora con i vecchi attrezzi, carretti carichi di ogni ben di Dio, capre e oche, chiocce e pulcini, con la botticella del vino sempre a disposizione di tutti.

Verso la fine del secondo decennio, per motivi di lavoro il Presidente Driol cede il testimone, dopo 16 anni, a Guido Filipuzzi, il quale è chiamato a dirigere il gruppo in un periodo complesso, diverso rispetto agli anni ‘80, quando la comunità di Gaio - Baseglia possedeva un’identità ben precisa, con i suoi personaggi, la scuola elementare, un orgoglioso senso di appartenenza alla vita di paese. Anche a Gaio- Baseglia cambiano i ritmi di vita e le abitudini. Ovviamente un’associazione risente di questi mutamenti, in termini di minore disponibilità di tempo da poter dedicare, di difficoltà di ricambio, di partecipazione in generale. Grande è stato – ed è – il pericolo di una involuzione, di una perdita d’entusiasmo. Ma per fortuna questo non è ancora avvenuto.

 

Nel 1998 vengono realizzati gli spogliatoi per il campo di calcetto, ad uso dei tornei in programma nelle sagre. Nel 2000 è completata la recinzione del centro ricreativo con la posa dei cancelli; il 2002 è l’anno della posa del marciapiede nel retro della cucina, del rifacimento del tetto del prefabbricato adibito a spogliatoio e della piantumazione di nuovi alberi in sostituzione dei pioppi, ormai malati, piantati nel 1985 .

Il 2005 è stato un anno di lavori impegnativi. Viene infatti richiesto l’adeguamento della cucina: viene innalzata una parete di separazione dal chiosco in materiale refrattario, è rifatto il tetto, sono installate due porte antincendio e viene rifatto l’impianto elettrico. Nel 2006 le opere interessano il reparto griglia, che viene intonacato, piastrellato e dotato di un nuovo camino e la tettoia del chiosco, che viene completamente ricoperta con nuove lamiere al fine di risolvere definitivamente il problema annoso delle infiltrazioni d’acqua piovana. Per tenere in ordine la vasta superficie a prato viene acquistato, sempre nel 2006, un nuovo trattore rasaerba in sostituzione del precedente, rubato dai soliti ignoti.

Nel 2007 è rifatta l’asfaltatura della pista per automodelli ed è acquistato un gioco esterno per bambini, è inoltre completata la ritinteggiatura del chiosco.

Una considerazione particolare la merita il falò, che richiama un pubblico numerosissimo grazie ai fuochi d'artificio regalati da un appassionato e alle collaudate specialità: brulè, cioccolata, minestrone d'orzo e fagioli e pinza. Numerosa la partecipazione alla manifestazione,

La sagra di San Marco e la Festa delle ciliegie mantengono un buon livello grazie alle squadre della cucina, della griglia, del chiosco e della birreria che offrono un servizio apprezzato dal pubblico. Da ricordare la partecipazione, per due edizioni, dei Papu, la pesca di beneficenza, avviata nel 2001, che si è rivelata subito un grande successo confermato di anno in anno, la serata a tema con paella e sangria, le esibizioni di tiro con l’arco e di tiro con la fionda, i tornei di calcetto, il calcio saponato, le esibizioni di automodelli nella pista, la ventennale gara di dolci, le mostre filateliche e fotografiche, le serate musicali.

La giornata del 25 aprile rimane l’appuntamento principale, per la sua tradizione ed in quanto è la prima sagra dell’anno nella zona spilimberghese.

E’ continuata la partecipazione all’agosto spilimberghese e alla sfilata storica della Macia. Dal 1999 il gruppo partecipa al bivacco medievale con la grande iniziativa della taverna in castello, che tra l’altro consente al pubblico di visitare la cantine del palazzo dipinto; negli ultimi anni viene usata una struttura mobile che permette di tirar su un vero e proprio chiosco adeguatamente rustico, che consente di dare una risposta adeguata al grande afflusso di pubblico che accorre a degustare la porchetta cotta in giornata, la zuppa della macia, le specialità suine rigorosamente spilimberghesi. Sempre applaudita la coreografia del folto gruppo di popolani che partecipa alla sfilata.

Da ricordare anche La giornata insieme con il pranzo in compagnia, che ha lo scopo di raccogliere una somma da devolvere di ogni anno in beneficenza ad enti quali la Via di Natale, l’Associazione Angolo collegata al Cro di Aviano, l’ Andos.

Fra le attività culturali non va dimenticata la stampa, nel 2002, del libretto “Gaio e Baseglia testimonianze artistiche”. Si tratta di una guida soprattutto agli affreschi dell’Amalteo nella chiesa di Santa Croce ma anche alle altre opere artistiche presenti in paese.

Sono del 2006 la partecipazione alla stampa del libro “Il tempo dei molini” di Stefano Zozzolotto sulle rogge e i mulini della zona e tre incontri con l’autore, con Zozzolotto stesso, con Gottardo Mitri per la presentazione del suo libro L’art dal cerciadôr di vin e con Luca Pellegrini per la presentazione della pubblicazione sul Tagliamento da lui curata.

L’associazione, dal 1985 fino al 2006, ha coordinato il lunari in friulano a tema con altre Associazioni spilimberghesi. Dal 2007 il lunari viene realizzato in proprio.

Da segnalare la partecipazione al Carnevale di Spilimbergo e Maniago dal 1981 al 2003, con memorabili e numerosi gruppi, sempre con carro, in particolare negli anni Novanta.

Si rinnovano invece ogni anno il tradizionale concerto, di solito corale, in occasione della Festa religiosa della Madonna della Salute nella bella parrocchiale di Baseglia e la gita di fine agosto, giunta quest’anno alla trentunesima edizione.

San Nicolò, infine, ha continuato a rivelarsi come l’iniziativa più divertente per la formula che prevede il passaggio di casa in casa, con un asino o con un pony a seconda delle annate, con le famose tappe nelle case.

 

Il Trentennale dell’Associazione, che nel giugno del 2008 viene festeggiato in grande con la posa nel giardino del centro ricreativo di una scultura in pietra che richiama il logo dell’Associazione e con il dono a tutti collaboratori di una serigrafia di Gianni Borta, apre il quarto decennio di vita del sodalizio, che il febbraio del 2010 approva il nuovo Statuto e diventa Pro Loco.

Nel triennio 2011-2013 la presidenza della Pro Loco “I Due Campanili” di Gaio e Baseglia è affidata a Luca Morassutti, già attivo consigliere, il quale si prodiga ed opera con entusiasmo e determinazione.

Nel  febbraio 2014 il testimone passa  a Rino Buriola  che viene eletto Presidente dal nuovo Consiglio Direttivo; al neo-presidente auguriamo buon lavoro certi che saprà trasferire nel suo nuovo incarico tutta la dedizione e l'impegno sempre dimostrati negli anni trascorsi in veste di consigliere.

 

Nel giugno 2018 il Quarantennale di fondazione viene celebrato con una sentita cerimonia che vede la posa di una seconda scultura celebrativa posta all'ingresso dell'area festeggiamenti che strizza l'occhio a quella che le sta di fronte inaugurata un decennio prima a ricordo del trentennale, quasi a ricordare questo "percorso lungo 40 anni" che è anche il titolo di un libro realizzato per l'occasione e donato a tutti i collaboratori.

 

Nel febbraio 2020, dopo ormai un decennio di appartenenza alla famiglia UNPLI, aggiorna nuovamente il proprio statuto al fine di diventare una Associazione di Promozione Sociale (A.P.S.), con nuova denominazione Pro Loco "I Due Campanili" di Gaio-Baseglia A.P.S.in riferimento alla legge relativa al Codice Terzo Settore ed al D.Lgs. 3 luglio 2017, n.117.